ode al muro

Ottobre 2019 – Gennaio 2020

Una rassegna contro la sempre più diffusa tendenza a proporre, negli allestimenti delle grandi mostre, opere illuminate puntualmente su pareti buie. Poiché tale scelta accentua i contrasti cromatici, pregiudica la corretta percezione del colore da parte dei fotorecettori specifici dell’occhio, appiattisce l’opera privandola del naturale rapporto spaziale con la superficie retrostante e, nel peggiore dei casi, la trasforma semplicemente in un’insegna luminosa attraverso l’impiego dello sciagurato faretto perimetrale, si è ritenuto giusto e opportuno richiamare per una volta l’attenzione del pubblico sull’essenziale estensione e complemento di ogni quadro, il muro per l’appunto. A interpretare tale elemento nell’inusuale veste di soggetto di rappresentazione saranno, per cominciare,  gli artisti che  collaborano di solito con la galleria, ciascuno seguendo la propria libera ispirazione. Opere di pittura di Renato Casati, Isabelle Duval, Cinzia Fiorese e Gilgogué faranno riscontro, secondo un modo consueto nelle collettive della galleria, a immagini fotografiche, firmate da Mario De Biasi, Dominique Laugé, Sanja Pupovac. Ci saranno poi alcuni ospiti, vale a dire Giuseppe Capogrossi, Gianfranco Ferroni, Sante Monachesi e, con due dei suoi più bidimensionali paesaggi, Tullio Pericoli. Una mostra, come è facile immaginare, fortemente orientata all’astrazione, ma assai più varia di quanto la statica natura del tema assunto a soggetto possa lasciar supporre. Inoltre , un serio spunto di riflessione su quanto l’opera d’arte possa pagar debito, nel bene e nel male, all’allestimento in cui è posta, e su quanto sia lecito che quest’ultimo rivesta quella preminenza divenuta oggi un dato di fatto del tutto scontato e inoppugnabile.